Per una vacanza in Sardegna fuori dai soliti canoni Carloforte è in grado di offrire un’esperienza unica di eclettismo culturale: basti pensare che su un’isola della Sardegna è possibile trovare influenze e tradizioni tunisine e sentir parlare un dialetto genovese.
La storia di Carloforte non è troppo risalente in quanto è un comune fondato verso la fine del Settecento sull’Isola di San Pietro nella parte più a sud ovest della regione sarda. Questa terra era rimasta per diversi secoli disabitata fino a quando non fu ripopolata dai tabarchini: genovesi, in particolare del quartiere di Pegli, che avevano avuto in concessione l’isola di Tabarka di fronte le coste tunisine ma nel 1738 preferirono abbandonare l’isola africana per fondare la nuova cittadina di Carloforte sull’isola di San Pietro. Il nome fu scelto in onore del re di Sardegna del tempo, Carlo Emanuele III, che appoggio e consentì l’insediamento e ancora oggi la piazza principale del paese è a lui intitolata.
Attualmente il comune di Carloforte conta poco più di seimila abitanti e costituisce l’unico comune dell’isola di San Pietro conservando ancora oggi tutta la sua peculiarità frutto dell’incontro e della tradizione di diverse culture. Può risultare strano pensare che in un’isola nel profondo sud della Sardegna il dialetto locale sia essenzialmente il tabarchino, di origine ligure, ma queste influenze e l’assimilazione della cultura genovese è così forte che non si sente solo dal dialetto, ma la si vede nell’architettura, la si gusta nella tradizione culinaria locale. Dal 2004 questo legame storico tra Carloforte il capoluogo ligure è stato suggellato dal suo inserimento come comune orario della Città Metropolitana di Genova.
La cittadina conserva gelosamente le proprie tradizioni e girando tra i vicoletti stretti dell’isola è possibile ammirare le tipiche abitazioni colorate o i resti delle torri di osservazione sparse in giro per la città; il tutto senza dimenticare per affascinante coste fatte di rocce frastagliate e piccole insenature.