Infertilità maschile: tipologie e come individuarla

L’infertilità maschile è una problematica che riguarda l’apparato riproduttivo e si riferisce all’incapacità di procreare nonostante si pratichino rapporti liberi e non protetti. Generalmente, la diagnosi viene effettuata dopo un periodo di tempo che non deve essere inferiore all’anno. Bisogna considerare infatti la presenza di alcuni fattori che giocano a sfavore del concepimento, come ad esempio ansia e forte stress.  Per questo motivo, qualora i primi tentativi non dovessero andare a buon fine, è inutile cominciare a preoccuparsi. Al contrario, nel caso in cui la coppia stia provando a procreare da oltre un anno senza successo, è bene fare qualche indagine. Fra le cause del mancato concepimento potrebbe esservi infatti un problema di fertilità maschile.

Infertilità maschile: le varie tipologie

In questo caso, quindi, l’apparato riproduttivo potrebbe presentare dei difetti nel funzionamento, che sarebbero responsabili dell’infertilità. Quest’ultima, in realtà, può avere cause diverse e manifestarsi in modo differenti. Si parla infatti di varie tipologie di alterazione della fertilità maschile che hanno origine da:

  • alterazioni anatomiche, di vario tipo, come testicoli ritenuti, varicoceli e tumori testicolari;
  • cause ormonali e genetiche;
  • cause infettive come prostatiti, epididimiti e vescicoliti;
  • ostruzione dei deferenti e/o vescicole seminali, anche congenite;
  • fumo, alcool, uso di droghe e inquinamento atmosferico;
  • farmaci utilizzati per la chemioterapia o radioterapia;
  • autoanticorpi diretti contro gli spermatozoi.

L’infertilità maschile può perciò essere di varia natura e proprio per questo motivo deve essere curata e trattata con terapie e farmaci differenti. In ogni caso, prima di trarre conclusioni affrettate, è bene riconoscerla e diagnosticarla attraverso gli esami giusti. Nello specifico è possibile ricorrere ad esami ormonali, spermiogrammi o spermiocultura, ecografia prostatica trans-rettale ed eco-color doppler scrotale. A questo punto, dopo aver effettuato tutte le analisi necessarie, è possibile intraprendere la terapia più adeguata oppure valutare, laddove fosse praticabile, l’eventualità di ricorrere alla fecondazione in vitro o procreazione assistita.